Museo Nazionale di San Matteo

Pisa - 17 November 2017 - Karina Mamalygo

La scuola pisana d’architettura e pittura è molto particolare, con caratteristiche uniche. Una volta passato il Lungarno, fermatevi e ammirate il bellissimo complesso del monastero di San Matteo in Soarta, precedentemente occupato dalle monache benedettine, ora Museo Nazionale di pittura, scultura, ceramica e archeologia.

Croce num. 15, maestro sconosciuto

Croce num. 15, maestro sconosciuto

La costruzione compatta del complesso monastico include due ex basiliche, un campanile, un chiostro circondato da porticati ed altri edifici. Nel centro del cortile si trova un pozzo – un dettaglio usuale dei monasteri italiani medievali. L’ex monastero di San Matteo presenta una decorazione molto originale sia nella facciata sia nelle pareti esterne degli edifici. Prestate attenzione al rivestimento marmoreo dei muri laterali della basilica, affacciata sul Lungarno. Nella parete laterale della chiesa furono usati archi ciechi semicircolari, ornati con cassoni, simili a quelli presenti sulla facciata e sulle pareti laterali della chiesa di Santa Maria Assunta, il Duomo di Pisa.

Nel monastero di San Matteo, restaurato nel 1949, è stato aperto il Museo Nazionale. La collezione presentata al suo interno ha una storia lunga e complicata. La base è costituita da un gruppo di dipinti e sculture dei maestri pisani e toscani, raccolti dal canonico Sebastiano Zucchetti (1796) del Duomo di Santa Maria Assunta. Partendo dall’arrivo di Napoleone, col tempo si è arricchita di opere provenienti da altre collezioni private.

La collezione venne collocata prima nell’Accademia delle Belle Arti di Pisa poi, nel 1893, spostata nel monastero restaurato di San Francesco, dichiarato monumento nazionale e diventato sede del Museo Civico dell’Arte. Così, nel corso degli anni, la collezione di pittura e scultura medievale è stata spostata da un monastero all’altro lungo il Lungarno.

Giunta Pisano "San Francesco e sei storie della sua vita" 1250-60 circa

Giunta Pisano “San Francesco e sei storie della sua vita” 1250-60 circa

Tra i capolavori conservati nel Museo, meritano unattenzione particolare le sculture etrusche, paleocristiane e medievali, la ceramica italiana e orientale, i preziosi manoscritti, le icone bizantine e l’arte religiosa di Simone Martini, del Ghirlandaio e di Masaccio. Ma il nucleo principale della collezione, senza dubbio, è costituito dalle numerose Croci lignee dipinte, prima oggetti di culto e preghiera nelle chiese toscane e riconosciuti come i gioielli, le perle della pittura della scuola pisana.

Proprio a Pisa, a cavallo tra il XII e XIII secolo, successe un evento molto significativo nel campo dell’arte religiosa: il modello iconografico “Christus Patiens” (sofferente) prese il posto del modello più antico “Christus Triumphans”. In quest’ultimo, proveniente dall’Oriente Cristiano e portato in Italia probabilmente da monaci serbi, Cristo viene rappresentato eretto verticalmente sulla Croce, con la faccia tranquilla, gli occhi aperti, le braccia orizzontali parallele ai bracci della Croce. I piedi del Salvatore sono fissati con due chiodi.

Proprio davanti ad una di queste immagini aveva pregato San Francesco (la Croce di San Damiano, del 1100 circa, presente nella collezione del Museo: la Croce №15, 1177-1200); proprio croci di questo tipo erano state dipinte dall’artista della scuola pisana Berlinghiero Berlinghieri, una tra queste la Croce di Fucecchio (1225-1230) è presente in esposizione nel Museo di San Matteo, ed un altra la Croce di Lucca nel Museo Nazionale Villa Guinigi a Lucca. Nella nuova iconografia del Cristo Sofferente, il Salvatore veniva ora rappresentato con la testa piegata a destra, gli occhi chiusi, il corpo cadente, (la differenza occidentale— i piedi fissati con un unico chiodo). Questo nuovo modo di dipingere Cristo esisteva in Bisanzio già nel XI secolo.

Maestro bizantino, crocifisso del Museo Nazionale di San Matteo, Pisa, 1230 circa, tavola sagomata

Maestro bizantino, crocifisso del Museo Nazionale di San Matteo, Pisa, 1230 circa, tavola sagomata

 

L’apparizione di questo nuovo modello è connessa con il concetto teologico di “kenosis”, l’umiltà di Cristo fattosi uomo. Non si puo escludere che la Croce “Christus Patiens” fu ispirata dall’immagine del Salvatore impressa sulla Sacra Sindone che, secondo alcune fonti storiche, era conservata a Costantinopoli. La fonte di questo modello iconografico, nato nella scuola pisana e diffuso poi in tutta Italia, pare essere un iconografo anonimo bizantino, arrivato a Pisa a cavallo tra il XII e il XIII secolo (La Croce №20, 1210 circa, Museo di San Matteo).

Questo stile venne continuato dal pittore pisano Giunta di Capitino, detto Pisano, nato a cavallo del milleduecento. Sono a lui attribuibili la Croce della chiesa di San Ranierino, del 1250 circa, la Croce della chiesa di San Benedetto dipinta tra il 1250 e il 1260, entrambe nel Museo di San Matteo.

Lo sviluppo della nuova iconografia di Cristo Sofferente è connesso anche con la figura di San Francesco (e del suo confratello Elia da Cortona), che ha sottolineato nelle sue prediche l’aspetto delle sofferenze di Cristo ma anche di quelle dell’intera umanità. Il Dipinto di San Francesco di Giunta Pisano, con le sei scene dei suoi miracoli, si può vedere in esposizione nel Museo di San Matteo.

 

Museo Nazionale di San Matteo

Piazza San Matteo in Soarta, 1  

56126 Pisa

www.polomusealetoscana.beniculturali.it

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